Q&A: orizzontale

„Rochdale ist ein Ort in der Warteschleife. Unser erstes Ziel ist es, Menschen und städtisches Leben dort hineinzubringen.“
Ein Q&A zwischen Margherita Manfra & Giuseppe Grant und Uta Winterhager. –

Chi siete?

Wer seid ihr?

orizzontale è un collettivo di architetti con base a Roma, il cui lavoro attraversa architettura, paesaggio, arte pubblica e autocostruzione. orizzontale promuove dal 2010 progetti di spazi pubblici relazionali, dando forma ad immagini di città dismesse o inedite. Questi progetti sono stati terreno di sperimentazione per nuove forme di interazione tra gli abitanti e i beni comuni urbani e al tempo stesso occasione per mettere alla prova i limiti del processo di creazione architettonica.

orizzontale ist ein Architekturkollektiv mit Sitz in Rom, dessen Arbeit in den Bereichen von Architektur, Landschaft, öffentlicher Kunst und Selbstbau zu verorten ist. Seit 2010 gestaltet orizzontale Projekte im relationalen öffentlichen Raum und erzeugt damit abgelehnte und ungesehene Bilder der Stadt. Diese Projekte waren ein Testfeld für neue Formen der Interaktion zwischen den Bewohner:innen und dem städtischen Gemeinwesen. Gleichzeitig waren sie eine Möglichkeit, die Grenzen des architektonischen Gestaltungsprozesses zu testen.

Siete architetti perché …

Ihr seid Architekt:innen, weil …

Lo spazio pubblico è la dimensione nella quale viviamo quotidianamente come abitanti, e dove abbiamo deciso di agire professionalmente come architetti. Il progressivo allontanamento delle comunità dagli spazi collettivi della città, unito ad una società contemporanea sempre mutevole sia nella forma sia nei bisogni, ci ha spinto ad iniziare una ricerca progettuale che avesse come tema centrale lo spazio pubblico contemporaneo. 

Il nostro obiettivo è dare una risposta a questi nuovi bisogni sociali attraverso la sperimentazione di nuove modalità di intervento nello spazio pubblico, ottimizzando le risorse disponibili e creando una sinergia tra diverse tipologie di “rifiuti urbani”: scarti materiali, spazi residuali e usi dimenticati o inediti.

Der öffentliche Raum ist die Dimension, in der wir als Bewohner:innen einer Stadt leben, für unsere Arbeit als Architekt:innen setzt er die Rahmenbedingungen. Der fortschreitende Ausschluss der Öffentlichkeit von den kollektiven Räumen der Stadt und die heutige Gesellschaft, die sich sowohl in ihrer Form als auch in ihren Bedürfnissen ständig verändert, haben uns dazu veranlasst, ein Design-Forschungsprojekt zu starten, das den zeitgenössischen öffentlichen Raum zum zentralen Thema hat. 

Unser Ziel ist, auf diese neuen sozialen Bedürfnisse zu reagieren, indem wir mit neuen Möglichkeiten der Intervention im öffentlichen Raum experimentieren, die verfügbaren Ressourcen optimieren und eine Synergie zwischen verschiedenen Arten von „städtischem Abfall“ schaffen: Materialabfällen, Restflächen und vergessenen oder unsichtbaren Nutzungen.

Siete architetti, ma …

Ihr seid Architekt*innen, aber …

Attraverso la nostra pratica abbiamo ampliato i confini della nostra professione, procedendo per esperimenti e costruendo collaborazioni con altre discipline necessarie a rispondere alla complessità dei territori e delle comunità contemporanee. Nei nostri progetti coinvolgiamo gli abitanti per dare forma a processi inclusivi in cui lo scambio di conoscenze, culture ed esperienze possa arricchire sia i progetti sia le persone coinvolte nella loro realizzazione. 

La nostra professione è quindi un punto di partenza, su cui abbiamo costruito – proprio come i nostri progetti – un nuovo modello di ricerca e azione in itinere, sensibile agli input del contesto e con evoluzioni imprevedibili.

Mit der Praxis unserer Arbeit haben wir die Grenzen unseres Berufs erweitert. Wir haben Experimente gewagt und Kooperationen mit anderen Disziplinen aufgebaut, die notwendig sind, um auf die Komplexität zeitgenössischer Gemeinschaften und Territorien angemessen reagieren zu können. In unseren Projekten beziehen wir die Einwohner:innen ein, um integrative Prozesse zu gestalten, in denen der Austausch von Wissen, Kultur und Erfahrungen sowohl die Projekte als auch die an ihrer Umsetzung beteiligten Menschen bereichern kann. 

Unser Beruf ist also ein Ausgangspunkt, auf dem wir – genau wie unsere Projekte – ein neues, agiles Forschungs- und Handlungsmodell aufgebaut haben, das sensibel auf kontextuellen Input reagiert und unvorhersehbare Entwicklungen nehmen kann.

Quali strumenti utilizzate?

Mit welchen Mitteln arbeitet ihr?

Azioni pubbliche, predisposizione di infrastrutture minime, laboratori di costruzione condivisi sono alcuni degli strumenti che utilizziamo per intervenire nella riattivazione degli spazi comuni.

Crediamo nei processi aperti, durante i quali il progetto architettonico riceve continuamente input anche dopo l’inizio della costruzione. Per questa ragione adottiamo l’approccio laboratoriale come strategia progettuale, cercando così di ridurre le distanze tra gli attori del processo di creazione architettonica e ibridando le fasi di ricerca, progettazione e costruzione. 

All’interno di mostre, festival o progetti di riattivazione di luoghi collettivi abitiamo gli spazi tramite le nostre installazioni. L’obiettivo di queste macchine urbane è creare un immaginario collettivo, stimolare riflessioni e comportamenti, promuovere interazione e coinvolgere i fruitori nella ridefinizione dell’uso e della configurazione dello spazio. La strategia attraverso cui perseguiamo questo obiettivo si avvale sovente di un espediente narrativo come incipit di nuovo racconto urbano: il fine ultimo è la creazione di un’identità sociale e culturale, su cui fondare i processi di trasformazione urbana.

Öffentliche Aktionen, die Bereitstellung minimaler Infrastrukturen und gemeinsame Bauwerkstätten sind einige der Instrumente, mit denen wir in die Reaktivierung von Gemeinschaftsräumen eingreifen.

Wir glauben an offene Prozesse, in denen das architektonische Projekt auch nach Baubeginn noch kontinuierlich Input erhält. Aus diesem Grund wählen wir den Workshop-Ansatz als Entwurfsstrategie und versuchen damit, sowohl die Abstände zwischen den Akteur:innen im architektonischen Schaffensprozess zu verringern als auch die Forschungs-, Entwurfs- und Bauphasen miteinander zu verbinden. 

Im Rahmen von Ausstellungen, Festivals oder Projekten zur Reaktivierung des öffentlichen Raums bewohnen wir diese Orte mit unseren Installationen. Weil es das Ziel dieser urbanen Maschinen ist, eine kollektive Vorstellungswelt zu schaffen, Reflexionen und Verhalten zu stimulieren und Interaktion zu fördern, beziehen wir immer auch die Nutzer:innen bei der Neudefinition von Gebrauch und Gestaltung des Raums ein. Dabei bedienen wir uns häufig erzählerischer Mittel, um ein neues, urbanes Narrativ zu entwerfen: Das Ziel ist die Schaffung einer sozialen und kulturellen Identität, die die Grundlage für städtische Transformationsprozesse bildet.

Cosa fate/create/producete?

Was macht/erschafft/produziert ihr?

Diamo forma a spazi in cui le persone possano incontrarsi e interagire, luoghi che rispondano al movimento dei loro abitanti. Nel processo di costruzione di queste architetture cerchiamo inoltre di dare vita a relazioni tra le persone e i beni comuni urbani, facilitando la nascita di nuovi usi e nuovi visioni per lo sviluppo dei territori e delle comunità.

Wir gestalten Räume, in denen sich Menschen treffen und austauschen können, Orte, die auf die Bewegung ihrer Bewohner:innen reagieren. Beim Bau dieser Architekturen versuchen wir auch, die Beziehungen zwischen den Menschen und den städtischen Gemeingütern mit Leben zu erfüllen, indem wir die Entstehung neuer Nutzungen und neuer Visionen für die Entwicklung von Gebieten und Gemeinschaften erleichtern.

Quale libertà trova all’interfaccia tra arte e architettura?

Welche Freiheiten findet ihr an der Schnittstelle von Kunst und Architektur?

L’architettura temporanea offre l’opportunità di sperimentare in modo più significativo rispetto ai progetti tradizionali, e i linguaggi dell’arte sono uno strumento utile per modificare le abitudini e costruire nuove narrazioni collettive.

Lavorare al confine tra discipline diverse è stato per noi un desiderio e un bisogno: da un lato abbiamo allargato i confini della nostra professione dall’interno, ampliando gli strumenti e i linguaggi a disposizione. Dall’altro lato questo ci ha permesso di agire ogni volta in maniera site-specific per cercare di rispondere a una complessità che difficilmente può essere affrontata solo attraverso la progettazione architettonica.

Temporäre Architektur bietet die Möglichkeit, auf signifikantere Weise zu experimentieren, als herkömmliche Arbeiten es erlauben würden. Die Sprachen der Künste sind ein nützliches Instrument, um Gewohnheiten zu ändern und neue kollektive Narrative aufzubauen.

Die Arbeit an der Grenze zwischen verschiedenen Disziplinen war für uns Wunsch und Bedürfnis: Einerseits haben wir die Dimensionen unseres Berufes von innen heraus erweitert, indem wir die Auswahl der uns zur Verfügung stehenden Werkzeuge und Sprachen vergrößert haben. Andererseits haben wir dadurch die Möglichkeit, immer ortsspezifisch zu agieren. Damit können wir auf komplexe Anforderungen reagieren, die durch architektonische Gestaltung allein kaum zu bewältigen sind.

Qual è stata la sua prima impressione di Rochdale? Qual era il suo punto di riferimento?

Was war euer erster Eindruck von Rochdale? Was war euer Bezugspunkt?

Rochdale è un luogo in attesa, che dopo quasi un secolo dalla sua costruzione è oggi alla ricerca di una nuova identità, diversa o forse opposta a quella originaria.

Il vuoto è oggi la sua caratteristica più evidente, reso evidente delle dimensioni dell’area e dalla separatezza rispetto al contesto urbano circostante. Portare le persone e la vita urbana al suo interno sarà il nostro primo obiettivo, per garantire che le attività che si svolgeranno all’interno possano indirizzare anche gli sviluppi della Rochdale futura.

Rochdale ist ein Ort in der Warteschleife. Fast ein Jahrhundert nach seiner Gründung ist er auf der Suche nach einer neuen Identität, die sich von der ursprünglichen deutlich unterscheiden, vielleicht sogar im Gegensatz zu ihr stehen wird.

Die Leere ist nun das hervorstechendste Merkmal, das durch die Größe des Gebiets und seine Abgeschiedenheit vom umgebenden städtischen Kontext besonders deutlich wird. Unser erstes Ziel ist, Menschen und städtisches Leben dort hineinzubringen, um sicherzustellen, dass die darin stattfindenden Aktivitäten auch für künftige Entwicklungen in Rochdale richtungsweisend sein können.

La Cittadella è un luogo che invita a rimanere o a partecipare in qualsiasi momento: cosa succederà/potrebbe succedere?

Die Cittadella ist ein Ort, der in jedem Stadium zum Bleiben oder Mitmachen einlädt – was wird/kann dort passieren?

Non lo sappiamo e siamo curiosi di scoprirlo. Un’osservazione fatta da uno dei partecipanti alla mostra riguarda proprio le figure sorridenti che appaiono nei render del progetto vincitore del concorso: come arriveranno a Rochdale? Da cosa saranno attratti? L’intervento che realizzeremo ad agosto sarà il primo tentativo: ci auguriamo dei risultati inattesi!

Wir wissen es nicht und freuen uns schon darauf, es herauszufinden. Eine Beobachtung, die eine:r der Akteur:innen machte, betrifft die lächelnden Figuren, die auf den Renderings der Wettbewerbssieger:innen zu sehen sind: Wie werden sie in Rochdale ankommen? Was wird sie anziehen? Die Intervention, die wir im August durchführen werden, wird der erste Versuch sein: Wir hoffen auf unerwartete Ergebnisse!

Come molti dei vostri progetti, la Cittadella esisterà solo temporaneamente. Cosa ne rimarrà?

Wie viele eurer Projekte wird es auch die Cittadella nur temporär geben. Was wird davon bleiben?

Le architetture che proponiamo sono mobili, “instabili”, provvisorie, dinamiche. Oggetti nomadi che si aprono dando luogo a piazze istantanee, allestimenti temporanei che si riorganizzano a seconda delle necessità, edifici atipici che si montano e si smontano in poche ore usando ponteggi, materiale di risulta, ready-made urbani. Alcune di queste opere insistono sul sito lasciato libero da altre, creando delle concatenazioni nel tempo e dando luogo a uno spazio pubblico in divenire, mai concluso, sempre in movimento. Sono tutte, letteralmente, «opere provvisionali», realizzate per supplire ad una necessità specifica e destinate ad essere smontate e sostituite da altro. E al tempo stesso sono «opere previdenti», che riescono cioè a vedere oltre la propria temporanea utilità, a pensare il luogo che occupano al di là della propria scomparsa.   

A Rochdale, ciò che rimarrà sarà un primo nucleo di spazio pubblico in divenire, un esperimento di città che potrà ospitare attività ed eventi fino a quando non si evolverà in qualcos’altro o scomparirà.

Die von uns vorgeschlagenen Architekturen sind nomadische Objekte, die sich öffnen und spontane Plätze entstehen lassen, temporäre Installationen, die sich je nach Bedarf neu arrangieren, atypische Gebäude, die in wenigen Stunden aus Gerüsten, Abfallmaterial und urbanen Readymades auf- und abgebaut werden können. Einige dieser Werke bestehen auf dem von anderen geräumten Platz, schaffen im Laufe der Zeit Verkettungen und lassen einen öffentlichen Raum entstehen, der immer in Bewegung bleibt und nie fertig ist. Sie alle sind im wahrsten Sinne des Wortes „provisorische Werke“, die geschaffen wurden, um einen bestimmten Bedarf zu decken, und die dazu bestimmt sind, abgebaut und durch etwas anderes ersetzt zu werden. Und gleichzeitig sind sie „vorausschauende Werke“, denen es gelingt, über ihren eigenen temporären Nutzen hinauszusehen und über den Platz nachzudenken, den sie jenseits ihres eigenen Verschwindens einnehmen werden.

In Rochdale wird ein Nukleus, eine Keimzelle öffentlichen Raums entstehen, ein Experiment einer Stadt, die Aktivitäten und Veranstaltungen dienen kann, bis sie sich zu etwas anderem entwickelt oder verschwindet.